Struzzo
- Nome scientifico: Struthio camelus
- Nome internazionale: Struzzo
- Classe: Aves
- Ordine: Struthioniformes
- Famiglia: Struthionidae
- Categoria specie a rischio: LC (Least concern - Rischio minimo)
- Continente o Fattoria: Fattoria
Descrizione
Lo struzzo comune o semplicemente struzzo, è una grande specie di uccello incapace di volare originario delle vaste savane dell’Africa. È una delle due specie esistenti di struzzo, e le uniche specie viventi del genere Struthio, all’interno del gruppo degli uccelli ratiti. L’altra è lo struzzo somalo (Struthio molybdophanes), che è stata riconosciuta come una specie distinta dal BirdLife International nel 2014, in precedenza considerata una sottospecie dello struzzo comune.
Lo struzzo comune appartiene all’ordine Struthioniformes.Struthioniformes, originariamente, conteneva tutti i ratiti, come i kiwi, emù, nandù e casuari. Tuttavia, recenti analisi genetiche hanno dimostrato che il gruppo non è monofiletico, in quanto è parafiletico rispetto ai tinamu, pertanto ora gli struzzi sono gli unici membri dell’ordine.Studi filogenetici hanno dimostrato che Struthioniformes è il gruppo gemello di tutti gli altri membri di Paleognathae, mentre i tinamu sono il gruppo gemello degli estinti moa. Gli struzzi comuni si distinguono dagli altri ratiti per il loro aspetto caratteristico, con colli e zampe più lunghe, ed il caratteristico piumaggio nero e bianco. Sono inoltre gli uccelli terrestri più veloci, potendo raggiungere una velocità di 55 km/h (34 mph) con scatti brevi che possono arrivare fino a circa 70 km/h (43 mph), la massima velocità terrestre di qualsiasi uccello.Lo struzzo comune è, inoltre, la più grande specie vivente di uccello, deponendo, di conseguenza, le uova più grandi di qualsiasi altro uccello vivente (solo gli estinti uccelli elefanti del Madagascar e i moa della Nuova Zelanda deponevano uova più grandi).
L’allevamento dello struzzo è un settore della zootecnica avicola noto da molti secoli, ma solo da qualche decennio in espansione.
Fin dal X secolo, gli arabi e gli africani in generale allevavano struzzi a fini commerciali. In particolar modo, le penne pregiate dell’uccello erano abbastanza ricercate tra i nobili. I primi europei ad allevare struzzi furono gli inglesi una volta sbarcati in Sudafrica.
Fino all’inizio del XIX secolo si era creduto che gli struzzi non potessero in alcun modo procedere alla riproduzione in cattività, ma successivi esperimenti, condotti con il rispetto di determinate regole, hanno dimostrato il contrario. È indispensabile che venga loro lasciato un certo margine di libertà, e, naturalmente, occorre che le condizioni climatiche non siano proibitive in rapporto a quelle che sono le naturali esigenze dell’uccello, abituato a vivere nel caldo clima africano. Il primo allevamento di struzzi fu tentato in Algeria, e parve inizialmente non dare risultati perché dapprima le femmine non deponevano uova, e quando poi le deposero, nessuno si prese la briga di farle covare. Collocatane una coppia entro un ampio parco, si incominciò a seguirne i movimenti e le operazioni. All’incirca verso il 15 gennaio 1856 la femmina incominciò a deporre le uova, e in marzo ne iniziava la cova: sopravvennero delle difficoltà naturali, che obbligarono gli allevatori a trasferire la coppia in una zona più sicura e fecero pensare che le normali operazioni della propagazione dovessero considerarsi interrotte, ma fortunatamente il maschio e la femmina, dopo qualche tempo di incertezza, ripresero a covare.
In seguito al successo di questo primo esperimento, molti altri ne furono tentati, e parecchi di essi ebbero successo. In Italia, il primo fu quello compiuto nel giardino zoologico del principe Demidoff in San Donato, presso Firenze. La ragione principale per la quale si dà la caccia allo struzzo è, ed ancor più lo era in passato, da ricercare nella bellezza delle sue penne, che vengono spesso usate dall’uomo per elaborati ornamenti. L’uso di uccidere questi animali è antichissimo: stupisce, anzi, leggere che, nell’epoca romana, i banchetti dei ricchi potessero spesso disporre di così grandi quantità di cervella di struzzo per addolcire il palato dei convitati, dal momento che oggi impadronirsi di qualche esemplare è una impresa che presenta le sue difficoltà.
In cattività, una delle difficoltà più frequenti per l’allevatore è la scelta del cibo per i pulcini. In realtà, non esiste una dieta unica e sicura: i pulcini di struzzo, allo stato di natura, si adattano a cercare cibo nell’ambiente circostante, nutrendosi di erba, semi, vermi, piccoli invertebrati. Una curiosità è la necessità di cercare sostanze nutritive anche tra le feci dei genitori.
L’uovo di struzzo è l’uovo più grande in assoluto e corrisponde all’incirca a 25 uova di galline.
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